Assunzione di Senior, intermediazione, executive interim o come abbiamo sentito recentemente “interim di lusso”, tante denominazioni che fanno riferimento, nell’immaginario collettivo, al Temporary Management o meglio ai Temporary Manager. Ed è vero che molte aziende si rivolgono oggi a questo mercato in crescita. Tuttavia, il Temporary Management praticato da Genesy Advisors è un mestiere ben diverso.
In Europa, possiamo opporre questa visione di “assunzione di risorse di alto profilo” a quella di “gestione degli obiettivi” – che adottiamo più volontariamente in Genesy.
Due visioni in opposizione
In una prima concezione – obsoleta – di questa professione, piuttosto legata al manager ad interim, l’azienda o la società mettono temporaneamente un senior in una posizione operativa o manageriale. Si tratta di rispondere ad un’esigenza di competenze specifiche o anche tecniche, saldamente fissate dall’azienda e per una durata specifica. Le abilità di guida della trasformazione di questa risorsa aggiuntiva vengono lasciate in secondo piano.
In questo caso, il cliente seleziona spesso il suo candidato da una lista più o meno lunga di curriculum, fornita dall’azienda di interim. In tal modo, è lui a sopportare da solo il rischio di un errore di reclutamento. Sarà inoltre responsabile di pilotare la missione in modo autonomo, identificando, tra le altre cose, le modalità di azione per attuare i suoi obiettivi.
Diversa è la seconda accezione di Temporary Management. In questo caso, si tratta di gestire le sfide del cliente. Qui, il dirigente si concentra sul successo della sua strategia. Cerca una soluzione integrativa attraverso un vero partner con cui scambiare e collaborare. Questo partner è responsabile dello sviluppo di un piano d’azione che metterà in atto con il manager. Egli usa metodi di gestione in modalità progetto e manda sul campo uno o più manager che sono leader prima di essere esperti in un settore o di un mestiere.
Questo approccio è a metà strada tra la consulenza e le esigenze di performance aziendale. L’operatore deve essere in grado di costruire con il proprio cliente questo collegamento tra strategie e implementazione di quest’ultime. È da questo posizionamento un po’ ibrido che nasce il nostro mestiere di operatore di strategie.
Il management degli obiettivi è una soluzione strategica
I vantaggi per il decision-maker di avere un interlocutore che gestisce le sue sfide e non semplici risorse sono molteplici:
- Flessibilità: assicurarsi di avere il leader giusto al momento giusto e per la durata necessaria. Un’azienda che offre un servizio di Temporary Management deve essere in grado di proporre un piano d’azione che includa il manager dedicato alla missione entro una settimana, due giorni per profili meno settoriali.
- Monitoraggio: La società di Temporary Management che svolge la missione rimane responsabile dell’attuazione del piano d’azione e degli obiettivi da raggiungere. Controlla il suo manager per tutta la durata del progetto. Talvolta, succede che il manager ideale per raggiungere la missione sia già nel team del cliente. Anche in questo caso, il leader può avere interesse a utilizzare un sistema di pilotaggio – chiamato steering – che garantisca che la sua visione del progetto verrà concretizzata a tempo debito.
Chi sono i Temporary Manager?
Riceviamo ogni settimana molti curriculum di ex-dirigenti. Tuttavia, i manager con i quali lavoriamo sulla maggior parte delle nostre missioni sono pochi: meno di 100 contro un database di circa 50 volte più importante. Tutti non sono fatti per questo lavoro. Ed è un lavoro che richiede competenze specifiche e un certo stile di vita.
Il Temporary Management, una professione a sé stante
È indubbio che la professione di temporary manager abbia una certa precarietà. Questo è chiaramente collegato alla durata fissa di ogni missione. Una volta completata la missione, bisogna trovarne un’altra. Può essere scoraggiante. Ecco perché non tutti i manager, per quanto competenti, sono fatti per il Temporary Management. Tuttavia, la nostra esperienza dimostra che i nostri migliori manager sono costantemente sollecitati mentre sono ancora in missione. Devono rifiutare offerte di missioni se vogliono avere qualche vacanza di tanto in tanto!
Questo lavoro richiede anche una certa mobilità. In effetti, il manager potrebbe essere chiamato a svolgere una missione su un sito lontano dalla sua residenza e dalla sua famiglia. Questa distanza, se aggiunta a una missione delicata, può essere difficile da sopportare.
È evidente che non si improvvisa temporary manager. Il Temporary Management non è un palliativo per la disoccupazione dei dirigenti senior. Al contrario, è una professione a sé stante fatta per scelta, da chi vuole uscire dalla routine ed è disposto a sfidarsi a ogni nuova missione. Per tanto, vediamo negli ultimi anni temporary manager più giovani, anche se la professione rimane popolata, soprattutto in Italia, in gran parte da uomini sopra i 50 anni.
L’esperienza e le competenze del manager
Oltre alle solite qualità di un buon manager, un’azienda di Temporary Management cerca profili specifici. Si concentra sull’esperienza del mestiere (e meno sull’esperienza settoriale). Ad esempio, un direttore generale deve avere esperienza in tutti i aspetti della sua professione. Vale a dire, deve essere in grado di assumere un mandato sociale, leggere un bilancio, implementare una politica commerciale, pilotare gli investimenti industriali, ecc… E, in generale, poco importa se la sua esperienza è stata costruita nel settore farmaceutico o nel settore edile.
Ci troviamo dunque confrontati a profili alti, esperti e in grado di dirigere e motivare i team per concretizzare la visione del cliente.
Le competenze umane necessarie al temporary manager
In un rapporto cliente / manager / società di Temporary Management, il manager interviene a monte della missione. È al centro della soluzione proposta al cliente. In quanto tale, deve mostrare alcune qualità commerciali. In primo luogo, troviamo l’ascolto attivo e la capacità di rimbalzare sulle parole del cliente, riformulare i suoi obiettivi e mostrare la sua motivazione.
Inoltre, il manager spesso interviene in contesti complessi, con team demotivati o su progetti lunghi e difficili. Deve quindi dimostrare di essere un leader con competenze umane:
- Intuizione – Arrivando sul campo, il manager non ha necessariamente il tempo di analizzare per decidere. Ecco perché la sua capacità di identificare rapidamente le leve su cui agire e di comprendere i profili presenti nelle sue squadre è fondamentale. Spesso, questa qualità è strettamente legata alla sua esperienza di dirigente.
- Comunicazione – Oltre alle apparenze, è necessario comprendere le sfide dietro alla missione ed essere in grado di spiegarle semplicemente. Comunicare è anche il modo migliore per mobilitare le squadre e mostrare loro la direzione da prendere.
- Empatia – Le situazioni di transizione sono momenti di evoluzione nell’azienda. E quando si parla di evoluzione, spesso si dimentica la confusione che può accompagnarla. L’empatia, l’ascolto, la calma fanno spesso la differenza tra una missione semplicemente completata e una missione di successo.
I profili che soddisfano queste condizioni sono piuttosto rari. Pertanto, in media, solo il 5% dei CV ricevuti è idoneo per fare Temporary management.
Come si svolge una missione di Temporary Management
Una missione di Temporary Management inizia ben prima della firma di un contratto. Fin dal primo incontro, il partner sta già riformulando gli obiettivi del cliente e sta sviluppando un piano d’azione specifico alla loro concretizzazione.
Identificare le sfide dei dirigenti
Nel Temporary Management, si parla di sfide quando il manager è insoddisfatto o quando una situazione deve evolversi. Ad esempio, un dirigente vuole preparare la sua azienda all’internazionalizzazione. Può avvalersi di un’azienda di Temporary Management per strutturare l’offerta, formare il team commerciale, sviluppare partnership strategici ecc …
Durante un primo incontro, telefonico o faccia a faccia, la società di Temporary Management cartografa già queste sfide. Interroga il cliente sui suoi obiettivi e sulle azioni già implementate in passato.
Selezionare la persona giusta e il vantaggio di non conoscere il settore
Contrariamente a quanto si pensa, il miglior temporary manager non è necessariamente quello con la più forte esperienza nel settore. Non essere del settore offre spesso molti vantaggi strategici. In effetti, non conoscere le pratiche di un settore consente di dare un nuovo sguardo alle sfide e gli obiettivi. Questo è spesso necessario per innescare il cambiamento.
Inoltre, quando si considerano gli obiettivi strategici, le esigenze manageriali convergono inesorabilmente verso standard comuni. Tanto più che la migrazione di dirigenti tra diversi settori è sempre più frequente.
È buono tenere a mente che il “prodotto” Temporary management, non è il profilo di un manager bensì una soluzione integrativa a un challenge identificato. Perciò, è ben diverso della dinamica dell’intermediazione o della pura consulenza. Il manager delegato a un livello operazionale corrisponderà a un profilo specifico, allineato con gli obiettivi della mission.
Ovviamente, il manager scelto sarà sempre pilotato e la società Temporary management rimarrà il vero responsabile del successo della missione.
Implementare lo steering della missione
Uno degli strumenti utilizzati per garantire il regolare svolgimento della missione è il comitato di steering. Permette di garantire il raggiungimento degli obiettivi, supportare il manager, anticipare eventuali conflitti. È anche una linea di comunicazione efficace tra manager, cliente e azienda, necessaria per garantire il successo della missione.
Questo comitato è ciò che distingue un Temporary Management efficiente e ad alto valore aggiunto. D’altronde, succede che alcuni clienti trovino in autonomia il loro manager. In questo caso, chiedono semplicemente l’implementazione di un comitato di steering.
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